top of page

Gigi Riva: il Davide che seppe dire no a Golia




A poche ore dalla sua scomparsa, tra una lacrima e l’altra, tra un servizio TV e un post nei social, mi chiedo se il nostro Gigi, così come lo abbiamo conosciuto, sarebbe stato lo stesso qualora non fosse mai passato da questa città e da questa terra.


La mia risposta è no e non per presunzione ma per una questione metodologica. Mi spiego: in gran parte delle discipline scientifiche si studiano le relazioni che un sistema intraprende con l’ambiente e sappiamo benissimo che la dinamica evolutiva di un sistema è fortemente condizionata dal contesto in cui esso è inserito, in un rapporto di reciprocità.


Questo vuol dire che, passando alla domanda di cui sopra, che Gigi Riva non sarebbe quello che è senza la Sardegna e i Sardi. La sua storia testimonia di questo percorso evolutivo: lui non sapeva cosa fosse la Sardegna e chi fossero i Sardi ma lui si è immerso in questa terra, ne ha respirato l’aria, il mare, i profumi e, soprattutto, ne ha interiorizzato i problemi e si è immedesimato in tanti di noi, soprattutto nei più bisognosi. I Sardi devono tanto a Gigi e lui ha dato tutto sé stesso alla Sardegna


Ecco perché, a differenza di tante belle favole e di miti del passato, le cui gesta abbiamo conosciuto perché tramandate attraverso scritti e disegni, quella di Gigi Riva è una storia vera, documentata con immagini e interviste, che rimarranno nel tempo e che ogni Sardo dovrebbe non solo custodire ma far rivivere ogni giorno come esempio al quale ispirare il proprio modo di essere, da tramandare alle future generazioni.

In queste ore di profonda tristezza e commozione tanti sono i ritratti e i ricordi che di lui vengono fatti dalla stampa di tutto il mondo ma c’è un fatto che sembra emergere con grande vigore e che in tanti, anche non sardi, tendono a sottolineare: il rifiuto di andare a giocare per la Juventus.


Già, quel gesto lo distingue ancora oggi e lo rende unico, non solo nel mondo del calcio ma anche in altri ambiti della vita sociale. Chi, oggi, avrebbe la schiena dritta come la sua nel rifiutare una proposta allettante fatta dall’avvocato di turno?

In fondo la storia di Gigi Riva è la storia di Davide che sconfigge Golia con un semplice no. Come si può leggere dall’immagine, che mi onoro di utilizzare da anni nei miei corsi universitari per far comprendere l’importanza dell’identità quale fattore di competitività, per lui andare via da questa terra, dalla terra di Sardegna, sarebbe stata una “vigliaccata”. Lui è stato capace di identificarsi con tutti noi, insultati e sbeffeggiati in tutta Italia come “pecorai e banditi”, e quel rifiuto è stata la sua elegante e fiera risposta.


Quanti di fronte a quegli insulti e alle lusinghe del denaro avrebbero ceduto e si sarebbero vergognati della propria sardità? Del resto, è cosa nota ancora oggi che in tanti, per esempio, non parlano il sardo o non lo hanno voluto imparare proprio per vergogna, quella vergogna che induce ancora oggi a ricercare la nefasta “fusione perfetta” per omologarsi il più possibile all’Italia, invece che dare valore alle proprie specificità, alla propria identità, alla propria sardità. E già, non è un caso che anche in queste ore in tanti sottolineino come lui fosse più sardo di tanti nativi che, al contrario, con i propri comportamenti rinnegano ogni giorno la propria specificità.


L’ “eroismo” di Gigi, infatti, è dato dal fatto che, purtroppo, siamo circondati di persone che di fronte ai Golia di turno (politici, baroni universitari, prenditori da strapazzo che vorrebbero installare pale eoliche dappertutto indipendentemente dalla loro utilità, fare inutili gasdotti, finanzieri internazionali che per il profitto di pochi vogliono acquistare porti e aeroporti di un’isola che non avrebbe altre possibilità di collegamenti con il resto del mondo, ipocriti di ogni tipo, società di calcio che devono vincere a tutti i costi anche truccando i bilanci, uomini che maltrattano donne e bambini, dittatori di ogni genere, ecc.) si mostrano dei quaquaraquà, incapaci di avere la schiena dritta e di perseguire i valori umani che contano, senza “vendersi” o “svendersi” al potente di turno.



Se solo avessimo, tutti noi Sardi, un briciolo della sua integrità e di quella sardità che ha saputo incarnare e vivere, più di tanti nati in questa terra, forse saremmo tutti migliori di ciò che siamo e di questo ce ne avvantaggeremo tutti.

257 visualizzazioni2 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page