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Immagine del redattoregiuseppe melis

Impressioni di una giornata Touring al Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ)

Aggiornamento: 3 nov 2022



Il Touring Club, la sua missione e le attività del Club del Territorio di Cagliari.


Come si può leggere nel sito istituzionale, il Touring Club Italiano (https://www.touringclub.it/chisiamo/chi-siamo) “è un'associazione non profit, che si occupa da oltre cent'anni di turismo, cultura e ambiente”.


Per noi soci Touring è importante prenderci cura del territorio attraverso attività che favoriscano lo sviluppo del turismo “incentivando e sostenendo in particolar modo la scoperta delle bellezze artistico-paesaggistiche meno note e frequentate; salvaguardare il patrimonio di storia, arte, cultura e natura, educando il turista alla insostituibilità delle risorse, all'importanza di tutelarle per le generazioni future e a una fruizione corretta e responsabile; conoscere Paesi e culture, diffondendo uno spirito di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli”.


Come Club del Territorio di Cagliari, cerchiamo di concretizzare questa missione e i valori che la sostengono con attività di conoscenza e scoperta del territorio e di tutte le attività, comprese quelle aventi un impatto economico che in esso si svolgono, con la consapevolezza che solo la conoscenza favorisce la conservazione, la tutela e la possibilità di intervenire criticamente laddove si ritenga che non ci sia la dovuta attenzione verso i beni comuni.


In questo solco, negli ultimi anni, abbiamo portato avanti le nostre attività in vario modo: dall’evento “un giorno per bene” organizzato con il supporto dell’Università di Cagliari con cui abbiamo reso possibile per due giorni la visita della Collezione Piloni, con visite guidate presso attività industriali (come il caseificio Argiolas di Dolianova e il salumificio campidanese Su Sartizzu di Monastir), ovvero con la partecipazione a eventi musicali o l’organizzazione di incontri di approfondimento presso la sede di Palazzo Siotto in Castello dove siamo ospitati, e altre che per brevità qui ometto.


La scelta di visitare un Poligono militare


Probabilmente, dopo aver letto il paragrafo precedente vi starete chiedendo come mai abbiamo scelto di realizzare una attività in un contesto che, sul piano turistico, sembra non abbia nulla di attrattivo. Ebbene, la proposta venne fatta a noi consoli di Cagliari da un nostro socio, ora quasi ottantenne, che in anni giovanili lavorò in quella base e fu tra i protagonisti di alcune installazioni. Insieme agli amici Antonello e Franco ne parlammo per valutare con attenzione questa “insolita” proposta e alla fine, valutati i pro e i contro, i primi prevalsero in modo deciso e unanime. Fu così che grazie al socio Roberto abbiamo avviato le interlocuzioni con i responsabili del Poligono per inoltrare la richiesta di visitare il sito.


Foto di gruppo dentro il Poligono

La ragione di questa scelta è legata proprio alla missione che, come Club del Territorio, ci siamo dati: conoscere il territorio e le sue attività, tutte, belle, brutte o discutibili che siano. La mancata conoscenza del nostro territorio, infatti, ritengo e riteniamo sia una delle principali cause della inadeguata cura che abbiamo di esso. Spesso ho riscontrato come in troppi casi il popolo sardo abbia, generalmente parlando, una conoscenza superficiale della propria storia, della propria cultura, della propria lingua e, non ultime, delle attività che in essa si svolgono, ovvero che, non di rado, sia una conoscenza mediata da altri soggetti, e questo, per me, valeva sicuramente per il Poligono Interforze del Salto di Quirra. La giornata, peraltro, ha consentito anche una prima conoscenza di un centro abitato, di un territorio e dei suoi servizi di ospitalità troppo al di fuori dei normali itinerari turistici.


L’accoglienza e il contenuto del briefing


Al nostro arrivo a Perdasdefogu siamo stati accolti all’ingresso del Poligono da colui con il quale erano avvenute le interlocuzioni per ottenere l’autorizzazione, il Tenente Colonnello Ignazio Sirigu, il quale, una volta entrati e avvicinati al Circolo ricreativo, ci ha presentato il Vice Comandante della base Tenente Colonello Marcello Murgioni e il Tenente Colonello Antonio Massaiu che ci ha spiegato, anche con il supporto di una presentazione in Power Point, la storia, le attività, i soggetti operanti all’interno del Poligono e le prospettive future.


Un elemento che mi ha colpito all’accoglienza, poi ribadito all’inizio del briefing, ha riguardato l’interesse del Poligono per l’attività di informazione a beneficio di gruppi come il nostro per compensare e contrastare le inesattezze che, a loro modo di vedere, vengono diffuse dai mass media in ordine a ciò che accade all’interno del poligono.


Un altro elemento di interesse, peraltro acquisibile anche attraverso i siti web, riguarda le attività che si svolgono all’interno del Poligono e la firma del Protocollo d’Intesa (con relative integrazioni) tra Ministero della Difesa e Regione Autonoma della Sardegna per il coordinamento delle attività militari presenti nel territorio della Regione, del 18 dicembre 2017.


Slide sulle sinergie istituzionali tra Regione Autonoma della Sardegna e Ministero della Difesa

Infine, da non trascurare le diverse collaborazioni con imprese industriali, italiane e non, per aspetti sia militari che civili. A tale proposito, un elenco delle attività che si svolgono nel Poligono sono indicate nel comma 2 del “Disciplinare d'uso dell'area addestrativa denominata poligono sperimentale e di addestramento interforze di salto di Quirra” (https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_422_20220714122420.pdf) firmato il 12 luglio 2022 dal Presidente della RAS e dal Comandante del PISQ.


In tale ambito, il Tenente Colonello Massaiu ha evidenziato come il 2008 rappresenti una data importante nelle attività del Poligono, soprattutto rispetto al tema della salvaguardia ambientale, poiché, in seguito a un primo protocollo di intesa con la Regione, sono state modificate diverse procedure operative e sono state introdotte attività prima non previste, a cominciare dal sistematico recupero dei residui delle attività di addestramento operativo (missili, proiettili, ecc.). Questa attività di recupero, da allora, avviene sistematicamente sia in terra che a mare mentre per il passato si procede al recupero dopo una valutazione di un esperto in radiologia e un altro in biologia. Peraltro, chi fosse interessato a maggiori dettagli su queste attività si può leggere (a pagina 47) la relazione al Presidente del Senato della Commissione Parlamentare d’Inchiesta “sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni” (https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/276607.pdf).


Il Tenente Colonello Antonio Massaiu illustra le attività del Poligono

Alcune considerazioni personali e di prospettiva


Al di là dell’attività istituzionale in qualità di console Touring, è evidente che nutrivo verso questa visita un interesse particolare, dettato dal fatto che, come sardo, non ho mai gradito la ridondante presenza militare nella nostra terra, soprattutto perché i miei valori si ispirano alla ricerca della pace e sono per la progressiva riduzione degli armamenti di qualsiasi tipo, oltre che per la rapida riconversione di attività legate alla guerra (vedi RWM di Domusnovas) in altre a scopo civile.


Ciò nonostante, ci sono andato con il precipuo intento di capire, in modo laico, senza farmi condizionare da ciò che sapevo e di cui ero e rimango convinto. Non è quindi stato un caso che sia durante il briefing che negli spostamenti da un punto all’altro del poligono, sia stato tra quelli che ha posto più domande, a cominciare da quella che è scaturita dopo che ci è stato comunicato che le attività operative stanno evolvendo sempre più verso la simulazione digitale riducendo così le operazioni sul campo: infatti, se così è, credo ci siano i presupposti per una riduzione dell’area occupata a terra dal poligono, liberando in particolare quegli spazi naturalmente e paesaggisticamente di pregio che oggi possono visitarsi sempre e solo dietro autorizzazione, visto che non sono direttamente coinvolte in attività operative. Nello stesso tempo, non ho taciuto una notazione sulle slide della presentazione nelle quali, a mio avviso, avrebbero dovuto utilizzare il termine Stato in luogo di Nazione, visto che i due concetti sono profondamenti diversi e che loro, da sardi oltre che militari, sono figli della Nazione sarda. Debbo dire, in tutta onestà, che il militare a cui ho fatto l’osservazione ha concordato con la stessa, almeno in linea di principio, e comunque ci ha riflettuto. Poi non so se darà seguito suggerendo al suo collega di modificare quella diapositiva.


Il Tenente Colonello Ignazio Sirigu illustra le modalità di svolgimento della visita

Per farla breve, quel che ho tratto come insegnamento dopo questa giornata è che il Poligono oggi è una realtà certamente e prioritariamente militare ma anche industriale con attività che hanno ricadute importanti e utili anche in ambito civile, dove si fa ricerca, progettazione e produzione (si pensi al campo del controllo degli incendi, della resistenza dei materiali, dei combustibili che inquinano meno, ecc.). È quindi oggi qualcosa di diverso da quella realtà nata nel lontano 1956 e questo grazie a diverse circostanze (pressioni mediatiche e di movimenti che si battono per una riduzione della presenza militare, nonché la denuncia dell’allora PM di Lanusei Domenico Fiordalisi) che hanno portato nel tempo alla firma di alcuni protocolli di intesa con la Regione e alla modifica di alcune procedure operative all’interno del Poligono. Certo, come cittadino mi piacerebbe una evoluzione più rapida ma quello che ritengo importante e utile segnalare è che c’è stato, comunque, un cambiamento in meglio.


Cerimonia finale di scambio di doni tra i Consoli del Touring e il Vice Comandante Marcello Murgioni (al centro) e al Tenente Colonello Ignazio Sirigu (il primo a sinistra)

La situazione oggi è quindi assai diversa dal passato e questo, a mio modesto avviso, richiederebbe un cambio di strategia di chi vuole che si proceda verso una maggiore “smilitarizzazione” dell’area. Dal mio punto di vista, pertanto, è importante che da un lato si intensifichi l’azione di controllo per valutare il rispetto di quanto finora concordato col Ministero della Difesa e, dall’altro, si rendano operative sia la “cabina di regia” che i “tavoli tecnici” come definiti dal protocollo d’intesa dell’11 febbraio 2019. Solo in questo modo può continuare la civile e democratica negoziazione a favore di una maggiore riconversione ad uso civile di questo poligono e di una riduzione dell’impatto territoriale. A tale proposito, tuttavia, non posso non osservare che di fronte a una interrogazione di alcuni consiglieri regionali sulla mancata attuazione del Protocollo d’intesa tra il Ministero della difesa e la Regione Sardegna del 18 dicembre 2017 (https://www.consregsardegna.it/xvilegislatura/interrogazioni/1093/) del 6 luglio 2021, a oggi (1 novembre 2022), dopo una ricerca in rete e nel sito della Regione non risulta alcuna risposta ufficiale e/o accessibile (*). È chiaro a questo punto che se questi organismi non li si fa operare, viene meno quell'importante ruolo di tutela degli interessi dei Sardi proprio da parte dell'Istituzione che li dovrebbe rappresentare tutti, militari compresi.


(*) In data 3 novembre 2022, a seguito di mia richiesta al consigliere regionale firmatario dell'interrogazione on.le Francesco Agus, che ringrazio, sono venuto a conoscenza della nomina dei componenti i tavoli tecnici da parte della Presidenza della RAS. Al momento, tuttavia, questo documento è privo di data e non è dato sapere quando il provvedimento di nomina è stato adottato né dove sia stato pubblicato.

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