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Un Manifesto per un ordine mondiale senza armi e senza muri (A Manifesto for a World Order Without Weapons and Without Walls)


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Versione italiana


1. Un dubbio che non mi lascia

Viviamo in un mondo che sembra tornato indietro. I governi mostrano i muscoli, le spese militari globali hanno raggiunto livelli mai visti dal dopoguerra, le alleanze armate si rafforzano. Nel frattempo, le istituzioni internazionali appaiono deboli, incapaci di prevenire i conflitti e di offrire alternative credibili.


In questo scenario, mi tormenta una domanda: perché i grandi intellettuali e illustri accademici del nostro tempo non hanno ancora preso un’iniziativa comune?

Perché figure come Edgar Morin, Martha Nussbaum, Amartya Sen, Vandana Shiva, Philip Kotler, Noam Chomsky, Francis Fukuyama, Jeffrey Sachs, Achille Mbembe — e tanti altri, da ogni continente — non hanno ancora alzato la voce insieme, liberi da coperture di partito, per proporre un altro ordine mondiale?


Il precedente esiste: Einstein e Russell, nel 1955, seppero lanciare un manifesto contro la minaccia nucleare, rimasto nella storia come un appello all’umanità. Perché non farlo oggi, quando la posta in gioco non è minore ma addirittura più complessa?


2. Perché un nuovo Manifesto oggi

Le ragioni sono molteplici:

  • Nazionalismi muscolari che riducono il dibattito politico alla logica della forza.

  • Debolezza dell’ONU, ancora prigioniera del diritto di veto e degli equilibri del 1945.

  • Europa divisa, che parla di difesa comune ma resta schiava della deterrenza nucleare NATO.

  • Crisi climatica ed energetica, che non può essere affrontata in un mondo che spende più in armi che in salute, ricerca o ambiente.

  • Crescente disuguaglianza, che mina le basi della convivenza civile.

Di fronte a queste sfide, serve un pensiero collettivo, transnazionale, interdisciplinare: un Manifesto che indichi la strada verso un ordine mondiale senza armi e senza muri.


3. Principi fondativi

Un nuovo Manifesto dovrebbe poggiare su pochi ma chiari valori:

  1. Pace positiva: non solo assenza di guerra, ma giustizia, dignità e sicurezza per tutti.

  2. Smilitarizzazione progressiva: riduzione concordata delle spese militari, con fondi destinati a educazione, salute e clima.

  3. Multilateralismo democratico: un’ONU rinnovata e un’Europa capace di promuovere la cooperazione.

  4. Riconoscimento delle differenze: pluralità culturali viste come risorsa, non come trincee identitarie.

  5. Solidarietà intergenerazionale: un mondo vivibile per chi nascerà domani.

  6. Energia per la vita, non per la morte: smantellare il nucleare militare, sviluppare invece nucleare civile sicuro e fonti rinnovabili.


4. Proposte concrete

ONU

  • Abolizione del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza.

  • Creazione di una Polizia internazionale ONU, civile e di peacekeeping, sostitutiva delle missioni nazionali.

  • Fondo globale per la smilitarizzazione: ogni Stato destina almeno il 10% della spesa militare a progetti di salute, educazione e ambiente.

Europa

  • Piano di uscita dal nuclear sharing NATO entro il 2035.

  • Progressiva eliminazione delle armi nucleari dai territori UE.

  • Politica estera fondata sul peacebuilding.

  • L’UE come promotrice di un trattato globale di disarmo multilaterale.

Smantellamento delle alleanze militari

  • Eliminazione graduale della NATO (2030–2040) e di tutte le alleanze militari regionali.

  • Trasferimento delle competenze di sicurezza all’ONU, unica istituzione legittimata a garantire la pace.

Transizione energetica

  • Promozione della ricerca su reattori nucleari civili sicuri (Small Modular Reactors, fusione).

  • Combinazione di nucleare civile e rinnovabili come pilastro della decarbonizzazione.

  • Tecnologie avanzate per riduzione e gestione delle scorie.


5. Una roadmap possibile (2025–2045)

Periodo

Azioni chiave

2025–2030

Creazione di un’Assemblea Globale degli Intellettuali per la Pace. Riduzione del 10% delle spese militari mondiali. Avvio della riforma ONU (abolizione veto, polizia internazionale). Piano UE per uscita dal nuclear sharing.

2030–2035

Ratifica del Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari (TPNW) da parte degli Stati UE. Smantellamento delle basi nucleari USA in Europa. Conversione del 20% dell’industria bellica europea in industria civile. Investimenti massicci in nucleare civile sicuro e rinnovabili.

2035–2045

Smantellamento NATO e alleanze militari regionali. Trasferimento dei poteri di sicurezza all’ONU. Denuclearizzazione globale progressiva. Conversione definitiva delle spese militari in progetti di pace, educazione, salute e clima.

6. Conclusione

Questo non è un sogno irrealizzabile. È una necessità storica. Se nel 1955 Einstein e Russell seppero dire al mondo: “Ricordate la vostra umanità, e dimenticate il resto”, oggi spetta a noi raccogliere quell’eredità e aggiornarla alle sfide del nostro tempo.


Il mondo ha bisogno di intellettuali che abbiano il coraggio di unirsi, non di isolarsi. Ha bisogno di un Manifesto che indichi una strada diversa, senza armi e senza muri.Il futuro non può essere lasciato in mano alla logica dei muscoli: dev’essere costruito con la logica della cooperazione e della vita.

 

English version

1. A Question That Won’t Leave Me

We live in a world that seems to have gone backwards. Governments flex their muscles, global military spending has reached levels unseen since World War II, and armed alliances are strengthening. Meanwhile, international institutions appear weak, unable to prevent conflicts or offer credible alternatives.


In this scenario, one question haunts me: why have the great intellectuals and renowned academics of our time not yet taken a common initiative?

Why have figures such as Edgar Morin, Martha Nussbaum, Amartya Sen, Vandana Shiva, Philip Kotler, Noam Chomsky, Francis Fukuyama, Jeffrey Sachs, Achille Mbembe — and many others, from every continent — not yet raised their voices together, free from party affiliations, to propose a different world order?


There is a precedent: Einstein and Russell, in 1955, launched a manifesto against the nuclear threat, remembered in history as an appeal to humanity. Why not do the same today, when the stakes are no less, but indeed far more complex?


2. Why a New Manifesto Today

The reasons are many:

  • Muscular nationalisms that reduce political debate to the logic of force.

  • A weak UN, still prisoner of the veto power and the balance of 1945.

  • A divided Europe, which speaks of common defense but remains enslaved to NATO’s nuclear deterrence.

  • Climate and energy crises, which cannot be addressed in a world that spends more on weapons than on health, research, or the environment.

  • Growing inequality, which undermines the foundations of civil coexistence.


Faced with these challenges, we need a collective, transnational, interdisciplinary effort: a Manifesto that points the way toward a world order without weapons and without walls.


3. Foundational Principles

A new Manifesto should be based on a few clear values:

  1. Positive peace: not just the absence of war, but justice, dignity, and security for all.

  2. Progressive demilitarization: agreed reduction of military spending, with resources redirected to education, health, and climate.

  3. Democratic multilateralism: a renewed UN and a Europe capable of promoting cooperation.

  4. Recognition of differences: cultural pluralities seen as resources, not as defensive trenches.

  5. Intergenerational solidarity: a livable world for those who will be born tomorrow.

  6. Energy for life, not for death: dismantling military nuclear arsenals, while developing safe civil nuclear power and renewable sources.


4. Concrete Proposals

United Nations (UN)

  • Abolition of the veto power in the Security Council.

  • Creation of a UN International Police, both civilian and peacekeeping, replacing national missions.

  • A global fund for demilitarization: each state allocates at least 10% of its military spending to health, education, and the environment.

Europe (EU)

  • Plan for exiting NATO nuclear sharing by 2035.

  • Progressive elimination of nuclear weapons from EU territories.

  • Foreign policy based on peacebuilding.

  • The EU as promoter of a global disarmament treaty.

Dismantling Military Alliances

  • Gradual elimination of NATO (2030–2040) and of all regional military alliances.

  • Transfer of security responsibilities to the UN, the only institution legitimately entrusted with guaranteeing peace.

Energy Transition

  • Promotion of research on safe civil nuclear reactors (Small Modular Reactors, fusion).

  • Combination of civil nuclear power and renewables as the cornerstone of decarbonization.

  • Advanced technologies for waste reduction and management.


5. A Possible Roadmap (2025–2045)

Period

Key Actions

2025–2030

Creation of a Global Assembly of Intellectuals for Peace. 10% reduction in global military spending. Start of UN reform (abolition of veto, UN police). EU plan to exit nuclear sharing.

2030–2035

Ratification of the UN Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons (TPNW) by EU member states. Dismantling of US nuclear bases in Europe. Conversion of 20% of Europe’s arms industry into civilian industry. Major investments in safe civil nuclear power and renewables.

2035–2045

Dismantling of NATO and regional military alliances. Transfer of security powers to the UN. Progressive global denuclearization. Final conversion of military expenditures into projects for peace, education, health, and climate.

6. Conclusion

This is not an unattainable dream. It is a historic necessity.If in 1955 Einstein and Russell could say to the world: “Remember your humanity, and forget the rest”, today it is up to us to inherit that legacy and adapt it to the challenges of our time.


The world needs intellectuals with the courage to unite, not to isolate themselves. It needs a Manifesto that points to a different path, without weapons and without walls.The future cannot be left to the logic of muscle: it must be built on the logic of cooperation and life.

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