top of page

Villanova Monteleone: un laboratorio di rigenerazione tra vocazioni antiche e nuove traiettorie di sviluppo


La foto del gruppo arrivato alla fine del percorso .. con alcune giustificate assenze
La foto del gruppo arrivato alla fine del percorso .. con alcune giustificate assenze

Nel cuore del Meilogu, a poco più di 500 metri sul livello del mare e a circa mezz’ora di distanza da Alghero e Sassari, Villanova Monteleone rappresenta uno dei tanti paesi della Sardegna in cui convivono ricchezze e fragilità, potenzialità e rischi di abbandono. Con circa 2.000 abitanti, una forte vocazione zootecnica, una tradizione artigianale tessile radicata, un patrimonio architettonico di pregio e una vivace vita associativa – basti pensare alle confraternite, alla banda musicale e al coro – questo paese presenta tutte le condizioni per immaginare un futuro diverso, purché si sia disposti a costruirlo insieme.


Dal 21 marzo al 17 maggio 2025, Villanova è stata il teatro della Spring School “Cultura d’impresa per paesi resilienti”, un percorso formativo ideato e realizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari nell’ambito del progetto “Alboergo – Opportunità d’impresa a Villanova Monteleone”, inserito nel PNRR (M1C3, Intervento 2.1) e finanziato con fondi europei. Dodici partecipanti – provenienti dal mondo dell’accoglienza turistica, dell’artigianato, della consulenza e dell’aspirante imprenditoria – hanno preso parte a dieci incontri intensi che hanno alternato teoria, laboratori progettuali e visite sul campo, affrontando temi come il business model, il marketing digitale, la pianificazione aziendale, il nomadismo digitale e il valore della narrazione territoriale.

Al centro dell’esperienza: l’idea che una nuova cultura d’impresa, ispirata alla sostenibilità e all’integrazione tra risorse locali, possa contribuire al rilancio dei paesi della Sardegna. Durante la cerimonia conclusiva, i gruppi hanno presentato prodotti turistici ideati collettivamente, frutto di un lavoro di ascolto e di progettazione partecipata. Non semplici esercizi didattici, ma esempi concreti di come si possa valorizzare il potenziale locale attraverso approcci innovativi, in linea con la logica della co-creazione di valore (Vargo & Lusch, 2004; 2008).

L'inizio delle lezioni
L'inizio delle lezioni

Alla cerimonia finale, svoltasi presso il centro culturale “Su Palatu”, hanno preso parte anche il sindaco attualmente in carica, dott. Quirico Meloni, e il dott. Vincenzo Ligios, il sindaco che avviò il progetto, entrambi testimoni della continuità amministrativa di un’iniziativa strategica per il paese. Durante il suo intervento, l’attuale sindaco ha voluto esprimere riconoscenza verso il predecessore, sottolineando come per una volta non si parta da zero nella costruzione di una destinazione turistica di valore. A chiusura dei lavori, è intervenuto il Pro-Rettore per il Territorio e l’Innovazione dell’Università di Cagliari, prof. Fabrizio Pilo, che ha rimarcato l’importanza della continuità delle iniziative anche di fronte ai cambi politici e ha richiamato con forza la necessità della coesione sociale come prerequisito fondamentale per dare solidità e futuro a progetti di rigenerazione come quello di Villanova.

Introduzione alla cerimonia conclusiva alla presenza del Sindaco Quirico Meloni, del pro-rettore al territorio e all'innovazione, Fabrizio Pilo, all'ex Sindaco Vincenzo Ligios che avviò la pratica per il finanziamento, più alcuni componenti del gruppo di lavoro
Introduzione alla cerimonia conclusiva alla presenza del Sindaco Quirico Meloni, del pro-rettore al territorio e all'innovazione, Fabrizio Pilo, all'ex Sindaco Vincenzo Ligios che avviò la pratica per il finanziamento, più alcuni componenti del gruppo di lavoro

Tuttavia, questi percorsi sono tutt’altro che semplici da portare avanti, come ho avuto modo di evidenziare nel mio intervento introduttivo alla cerimonia di chiusura. Le difficoltà non sono solo tecniche o organizzative, ma profondamente culturali. Troppe persone, dopo decenni di progetti e risorse spese, sono sfiduciate, al punto che io stesso mi sono chiesto se "ci meritiamo le risorse che l’Unione Europea mette a disposizione di territori come il nostro". Manca, spesso, un'educazione alla responsabilità, anche per effetto di uno Stato che dal dopoguerra ad oggi ha alimentato una cultura dell’assistenzialismo (Pichierri, 2002; Trigilia, 2005), che ha indebolito e messo a dura prova l’iniziativa individuale mentre ha annichilito quella collettiva. In molti casi, si attende che qualcosa accada, senza sentire il dovere o il diritto di esserne protagonisti.

Locandina con il calendario delle lezioni della Spring School
Locandina con il calendario delle lezioni della Spring School

La responsabilità individuale, dunque, non può essere disgiunta dalle politiche pubbliche che l’hanno plasmata. Lo stesso modello assistenziale ha attecchito nelle regioni del Sud, Sardegna inclusa, generando un’abitudine alla dipendenza e, talvolta, una resistenza al cambiamento. Anche quando professionisti qualificati si impegnano per costruire alternative, chi non vuole cambiare, non cambierà. E chi è alla ricerca di alibi per screditare qualsiasi proposta, li troverà sempre, a prescindere dalla qualità del lavoro svolto.

Accade così che si costruiscano proposte su misura, a partire dall’ascolto delle esigenze locali, per poi registrare diserzioni e mancate adesioni con la motivazione di essere “troppo impegnati” o “non interessati”. Eppure, quando qualcuno decide di partecipare con autentica apertura – anche chi ha già una laurea, una professione, una carriera avviata – il riscontro è spesso entusiasta: "Ho imparato molto, è stato davvero utile". A dimostrazione che la valutazione di un’iniziativa non è mai solo oggettiva, ma è fortemente condizionata dalla predisposizione al coinvolgimento, dalla disponibilità a mettersi in discussione e ad accettare la sfida di cambiare sé stessi, prima ancora del contesto (Gherardi, 2006).


Villanova dispone già degli elementi fondamentali per farcela: un patrimonio immobiliare da recuperare e valorizzare, una filiera agroalimentare di qualità (carne, formaggi, olio, vino, frutta e verdura), attività artigianali autentiche e un contesto naturale e sociale di grande pregio. Ma serve una visione integrata. Serve che chi apre una casa come affittacamere si senta parte di un sistema (Golinelli, 2010), che nei ristoranti si trovino prodotti locali e non forniture industriali, che gli artigiani possano collaborare con chi si occupa di promozione turistica, che gli eventi culturali diventino esperienze coinvolgenti per i visitatori.



È in questa direzione che si è mosso il progetto Alboergo, con il supporto del team scientifico, degli esperti e del destination manager. Villanova Monteleone può diventare un luogo generativo di valore, capace di trattenere talenti e attrarre nuovi abitanti, come i nomadi digitali, sempre più attenti alla qualità della vita e al senso di appartenenza. Per riuscirci, però, bisogna superare le logiche del “particulare” e abbracciare il valore della co-creazione, della collaborazione come leva per costruire futuro, in linea con l’approccio sistemico vitale (Barile, 2009; Golinelli, 2010) e con quella capacità di visione integrata che, come osservava Nereide Rudas, manca spesso ai sardi, caratterizzati da una comunicazione frammentata e da una difficoltà strutturale all’ascolto e alla costruzione di relazioni cooperative (Rudas, 2001).


Personalmente è stata una esperienza arricchente che mi ha permesso di imparare molto da ciascuno dei partecipanti. Quando poi vedi che alcune barriere psicologiche vengono abbattute e con successo, allora ti senti appagato, non per me ma nel vedere persone contente di aver fatto passi che prima ritenevano "impossibili".


In fondo, la strada verso la libertà, passa attraverso la presa di coscienza di sè stessi e della propria storia. Un poeta di Villanova Monteleone ha scritto una poesia che i villanovesi hanno impresso nella roccia in un monumento situato nella piazzetta a lui dedicata, Raimondo Piras, testo recitato da Sara Schirru, una delle partecipanti alla scuola nel corso della visita guidata a cui ci hanno condotto nella serata conclusiva come risultato del laboratorio di progettazione.


La poesia, in sardo, dice:


No sias isciau

O sardu, si ses sardu e si ses bonu,

Semper sa limba tua apas presente:

No sias che isciau ubbidiente

Faeddende sa limba ‘e su padronu.

Sa nassione chi peldet su donu

De sa limba iscumparit lentamente,

Massimu si che l’essit dae mente

In iscritura che in arrejonu.

Sa limba ‘e babbos e de jajos nostros

No l’usades pius nemmancu in domo

Prite pobera e ruza la creides.

Si a iscola no che la jughides

Po la difunder menzus, dae como

Sezis dissardizende a fizos bostros


(Remundu Piras, su 29 de Santu Aine de su 1977)


Per chi ha difficoltà con la lingua sarda ecco il testo in italiano:


Non essere schiavo

O sardo, se sei sardo e se sei uomo di valore,

abbi sempre presente la tua lingua:

non essere uno schiavo obbediente

parlando la lingua del padrone.

Il popolo che perde il dono della lingua

scompare lentamente,

soprattutto se essa esce dalla mente,

dallo scritto come dal discorso.

La lingua dei nostri padri e nonni

non la usate più nemmeno in casa,

perché la ritenete povera e rozza.

Se a scuola non cercate di coltivarla

per diffonderla meglio, da ora

state disabituando i vostri figli a essere sardi.


Ateras bortas mellus!

 
 
 

Comments


Post: Blog2_Post

Subscribe Form

Thanks for submitting!

©2020 di Equità e Libertà. Creato con Wix.com

bottom of page